Sabato 26 settembre, al termine della celebrazione eucaristica nel tempio di San Nicolò, con il rito di ordinazione episcopale di mons. Adriano Cevolotto, eletto vescovo di Piacenza – Bobbio, il neovescovo ha preso la parola per un breve intervento nel quale ha ripercorso il proprio cammino nella diocesi di Treviso, attraverso una memoria grata dei luoghi di formazione e di servizio. Ecco l’intervento:
“In questo momento risuonano con forza le parole di S. Paolo rivolte a Timoteo: “Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato”.
Mi è stato affidato un dono prezioso, che fa tremare i polsi, che fa incrinare la voce nel rispondere alle domande del Vescovo circa gli impegni da prendere con quella serie di “Lo voglio”. Ma ripeto con l’Apostolo: “So in chi ho posto la mia fede… Egli – proprio Lui – è capace di custodire ciò che mi è affidato”. Non è uno scaricare la responsabilità. È essere consapevole che il ministero del Vescovo vive di questa Presenza fedele. In forza dello Spirito Santo “che abita in noi”.
Nei giorni di ritiro trascorsi presso la Piccola Famiglia dell’Annunziata, che mi ha custodito con la preghiera e l’accoglienza calorosa, è emerso il grande debito che ho accumulato nella mia vita. Debito di amore e di fede. Due parole che raccolgono una molteplicità e particolarità di volti, di relazioni, di esperienze condivise, di gioie e di sofferenze.
In questo momento sono tentato di ricordarle. Ma vi assicuro che sarebbe impossibile. Allora, a mo’ di indice, desidero ricordare i luoghi abitati in questo lungo percorso, dove la Grazia del Signore si è sbizzarrita per plasmarmi. Si tratta di un ricordo grato.
- la mia famiglia, mamma Carla e papà Gino (che sicuramente è qui, magari in mezzo al coro per dare una voce), con i fratelli, Paolo e Francesca, il cognato e la cognata e i nipoti. Ma lasciate che con loro unisca la mia comunità di Roncade, nella quale sono stato iniziato alla vita e ai legami necessari e provvidenziali, alla fede celebrata, vissuta, testimoniata. Qui è risuonata la (bella e promettente) chiamata a seguire Gesù e a donare la vita. Eterna è la sua misericordia.
- Il Seminario. È un ambiente grande e articolato. Posso dire di averlo abitato in ogni suo ‘luogo’. Nelle diverse comunità che lo compongono. Qui respiro, ancora oggi, l’appello vocazionale della vita. Che non appartiene al passato, perché si rinnova continuamente. Altrimenti che vita sarebbe se non ci fosse qualcuno che ti chiama? Eterna è la sua misericordia.
- Le parrocchie. Al plurale perché sono state diverse quelle dove sono stato inviato e dove mi sono sentito a casa. Mons. Magnani in un’ordinazione ebbe a dire che l’unica ambizione di un prete è di fare il parroco. Vi assicuro che ce l’avevo e l’ho coltivata, però è… quasi nuova. Poco usata. Ma viene comunque buona. Credo non serva dire che il primo amore non si scorda mai e quindi non posso non avere un ricordo particolare per la comunità di Castelfranco Veneto: mi ha iniziato a vivere da prete, poi da parroco ed infine da coordinatore della Collaborazione Pastorale. In questi giorni sono tornati alla mente tantissimi incontri, situazioni di sofferenza condivisa nella fede, affetto ricevuto e dato che mi hanno sostenuto. Amicizia. Eterna è la sua misericordia.
- la diocesi. Tanti (magari qualcuno ritiene troppi) anni trascorsi in servizi diocesani mi hanno permesso di sentirmi parte di una Chiesa particolare, responsabile, anche nello specifico servizio, dell’intera comunità ecclesiale. Mi è stata data la grazia di conoscere il presbiterio, con realismo, e perciò a contatto con le povertà (che per lo più balzano agli occhi immediatamente) ma anche con la tanta dedizione e passione presente e di cui mi sento riconoscente. Sono felice di far parte di questo nostro presbiterio. Ho avuto modo di intessere relazioni con le forze vive della nostra chiesa: laiche e laici, conosciuti in diverse occasioni e con i quali abbiamo collaborato proficuamente. Penso alle realtà della vita consacrata -in particolare femminile- con le quali abbiamo condiviso tanto in questi anni (le Discepole del Vangelo e le Cooperatrici pastorali). In questo momento un pensiero di comunione va ai Fidei donum e ai missionari originari della diocesi. Ho avuto modo di dirlo: con ruoli diversi sono stato a contatto con i Vescovi. Nutro una sincera stima e gratitudine per tutti loro. Il legame sacramentale si è arricchito di conoscenza, di condivisione, di fiducia. Allora, quasi a raccogliere ogni mio grazie nei loro confronti, desidero esprimere un grazie al Vescovo Michele che ha presieduto questa celebrazione di ordinazione e per le mani del quale sono stato consacrato Vescovo. In questo primo anno te ne sono proprio capitate di tutti i colori. È stato un anno intenso che mi hai dato il privilegio di condividere fraternamente. Evidentemente, con il senno del poi, in poco tempo era concentrata tanta vita! Eterna è la sua misericordia!
- Infine, un grazie a tutti voi che avete partecipato a questa celebrazione e state partecipando via TV o streaming (magari anche da Piacenza-Bobbio). Grazie alle autorità civili e militari che hanno potuto essere presenti e che rappresentano quelle che non è stato possibile invitare. Un grazie a tutte le persone che hanno lavorato perché potessimo vivere questa bella celebrazione, in sicurezza. Lasciate che il ringraziamento vada a mons. Gianni Ambrosio, mio predecessore, e a mons. Erio Castellucci, Vescovo Metropolita che ho voluto come vescovi Co-consacranti, e ai confratelli nell’episcopato (il card. Zuppi e i numerosi vescovi presenti) . Ci hanno reso presente la Chiesa per la quale sono stato ordinato: Piacenza-Bobbio. Saluto la rappresentanza di quella diocesi, che tra quindici giorni diventerà a tutti gli effetti la mia diocesi. Voi mi ricordate che i motivi di ringraziamento non riguardano solo il passato: fin d’ora rendo lode e grazie al Signore per quanto ha operato in quella Chiesa. Voi siete un ulteriore segno della Sua fedeltà. Eterna è la sua misericordia.
A Maria, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli, e ai santi di queste due diocesi affido il mio e il nostro cammino. Il Signore benedica il nostro andare. Amen”.