Erler si è formato prima a Venezia dal 1892 al 1897 e successivamente a Milano sino al 1900. Ha avuto maestri assai diversi; tra i vari: Guglielmo Ciardi e Ettore Tito, Luigi Nono,… Per cui Erler, frequentando pure ambienti lontani tra di loro, ha lavorato impiegando tecniche e materiali antichi e moderni, sia nella pittura che nella scultura.
Erler fu una persona colta, attenta alla letteratura, alla poesia, alla musica e al teatro. Frequentava i loggioni della Fenice e della Scala. Conobbe
Gabriele D’Annunzio, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e Pietro Mascagni.
Erler ha spaziato durante la sua attività in tutte le correnti artistiche senza mai appartenere ad una di esse. Ha visto, conosciuto sì ed affrontato le diverse correnti dall’Impressionismo, al Divisionismo, al Futurismo, alla Metafisica, al Novecento,… Ma non ha mai aderito a quelle che considerava solo “mode”. Erler è sempre rimasto fedele a se stesso. Anche a scapito di apparire un artista retrò. Dunque una attenzione al vero, all’osservazione della natura, della verità delle cose ed alla loro rappresentatività. Tuttavia
dalle sue opere gli si riconosce che egli non ha rappresentato le cose così come sono fini a se stesse. La maggior parte delle sue opere sono visioni di quel sentimento che ti portano a meditare sul senso della vita e della morte. Sia che si tratti di paesaggi o di nature morte, sia di ritratti o autoritratti. Mai tuttavia si è spinto in modo esplicito verso la
Metafisica o il Surrealismo.
Erler riteneva importante trarre e scoprire dagli antichi ciò che è verità. E non rifiutare dunque in toto il passato, perché “Ex corde antiqua ars novissima”. Con tale spirito Erler ha rivolto la propria attenzione verso il
tema sacro, soprattutto a partire dagli anni Venti, realizzando numerose opere per la devozione privata come per le chiese del territorio trevigiano (Treviso, Cavrìe, Varago, Bavaria ecc.), opitergino (Oderzo, Fratta, Mareno di Piave ecc.), bellunese (Alleghe) e padovano (Colmirano) , collaborando con diverse personalità religiose con le quali ebbe un profondo dialogo.
Erler intrattenne un buon rapporti con i colleghi, con i critici, sin dagli esordi. Fu promotore di mostre e ritenuto figura autorevole nel panorama culturale del suo tempo, soprattutto quando risiedette stabilmente in Treviso. Ovviamente ebbe anche chi non lo vedeva di buon occhio, in particolare per il suo atteggiamento caratteriale di figura integerrima e precisa. Infatti con l’avvento del fascismo non fu più invitato alle mostre veneziane (Biennali e Bevilacqua La Masa) e a quelle trevigiane perché si era rifiutato di prendere la tessera del sindacato fascista. Erler non accettava chi si imponeva violentemente sulle persone. Non accettava chi
limitava la libertà dell’uomo. Entrò perciò anche in conflitto nel suo ruolo di docente presso il Riccati dopo l’avvento della riforma Gentile.
Erler nella sua carriera ha esposto in luoghi di alto prestigio, in mostre internazionali, come il Salon d’Automne di Parigi, e nazionali da Roma a Torino a Milano a Napoli a Venezia, tra cui le Biennali e le mostre Ca’ Pesaro. Egli ha prodotto e venduto molte opere.
A Venezia, a Treviso a Milano e per diversi committenti di ogni parte del mondo. Ha realizzato ritratti per nobildonne e donne del popolo. Di amici e conoscenti. Ha dipinto per i luoghi del sacro pubblico e privato. Ha raffigurato località montane di tutto l’arco alpino veneto, dal Cansiglio all’Alpago, dal Cadore all’Agordino. Ha dipinto nei luoghi lombardi
dei “Promessi Sposi” e nelle lontane terre prussiane. Ha dipinto la costiera amalfitana, in particolare Capri e Positano. Ha dipinto diversi luoghi urbani, come Treviso, Oderzo, Venezia ecc. Il territorio della Marca è stato da Erler scandagliato in ogni suo angolo, in campagna e in collina. Ha dipinto animali, fiori, frutti. Cose umili. Ma sempre con un afflato gioioso e con una puntuale attenzione ai significati reconditi. Ha rappresentato ogni cosa
sempre con un eccelso senso del colore. Con vera passione per la pittura. Con passione per la vita.
Prorogata la mostra delle opere di Erler


