San Liberale la statua ritrovata

Cercando tra i documenti d’archivio, quasi per caso, ci siamo imbattuti in una vecchia foto, della fine degli anni Venti, che ritraeva l’arca di San Liberale. Questa immagine mostrava come al di sopra dell’arca fosse collocata una statua in pietra del santo, che non era più presente. La foto ha subito acceso il nostro interesse e la nostra curiosità, ci siamo chiesti che fine potesse aver fatto quell’opera: era andata distrutta o dispersa, magari a seguito degli eventi bellici? Oppure era semplicemente nascosta, da qualche parte, in qualcuno degli ambienti della Cattedrale? Fortunatamente, si è scoperto che la statua c’era ancora, inventariata nella banca dati diocesana e custodita nella sacrestia della cripta, quindi molto vicino alla sua collocazione originale, ma ormai trascurata e non più riconosciuta per ciò che era. Questo sia perché le varie ridipinture e i segni lasciati dal tempo ne offuscavano il reale valore artistico, sia perché, ormai abituati a pensare al patrono di Treviso vestito come un soldato romano, non era più spontaneo riconoscerlo nel santo qui scolpito. In realtà l’abito della scultura, un’elegante tunica cinta ai fianchi dalla cintura e il mantello, la fa assomigliare maggiormente alle rappresentazioni più antiche di Liberale, come ad esempio quella che troviamo sull’arca del beato Enrico da Bolzano (attualmente usata come altare della celebrazione in Cattedrale) o ancora quella della pala d’oro di Torcello. Quest’abito effettivamente corrisponde meglio a quello di una persona appartenente a una famiglia dell’ordine equestre del periodo tardo antico, com’era san Liberale. Con il passare dei secoli il vestito del santo seguirà la moda del tempo, e il suo essere cavaliere lo porterà a portare la spada o addirittura a essere raffigurato con l’armatura, fino a quando si imporrà l’uso della rappresentazione di Liberale con la lorica (armatura tipica del soldato romano) così come lo vediamo, ad esempio nella statua d’argento, ex voto per la liberazione dalla peste del 1630 (quella dei “Promessi sposi” per capirci), che viene portata in Cattedrale nei giorni della festa del patrono e che probabilmente è per la maggior parte di noi l’immagine che spontaneamente associamo a san Liberale. Identificata l’opera si è proceduto a farla restaurare, affidando il lavoro al laboratorio di Antonio Costantini. Questo restauro si è mostrato ricco di sorprese, sotto i vari strati delle ridipinture si sono trovate le tracce di varie dorature, segno dell’importanza e della grande devozione da parte dei trevigiani nei confronti delle reliquie del loro celeste patrono. Possiamo immaginare l’effetto fortemente coinvolgente che, nella semioscurità della cripta, questa statua splendente d’oro, magari illuminata da molte candele, doveva avere sui fedeli dell’epoca. Le tracce di policromia emerse legano ulteriormente la scultura al resto dell’arca e il paziente lavoro di restauro ha rivelato la mano sapiente dello scultore, purtroppo anonimo, che nel primo Quattrocento ha dato vita a questo capolavoro. Non sappiamo quando e per quale motivo la scultura abbia perso le mani, forse è stato proprio a causa di queste mancanze che in passato si decise di toglierla dall’arca, possiamo immaginare che con la destra sorreggesse un modellino della città di Treviso, mentre lo stendardo che portava sulla sinistra è stato ritrovato nei depositi della Cattedrale e ricollocato al suo posto. Il restauro ha ridato maggiore integrità all’arca che custodisce le reliquie del patrono della città e ci ha restituito un frammento della storia religiosa e culturale della nostra diocesi, speriamo possano esserci studiosi che si dedichino alla ricerca e all’approfondimento di quest’opera che sicuramente lo merita per il suo valore artistico.