Allegata l’omelia pronunciata dal Vescovo Michele Tomasi questa mattina nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, nella celebrazione eucaristica per la commemorazione del bombardamento sulla città, il Venerdì santo del 1944, e in suffragio delle vittime. Erano presenti tutte le autorità civili e militari, tra cui il Sindaco di Treviso e il Prefetto, le associazioni combattentistiche e le associazioni delle vittime civili di guerra.
Mons. Tomasi ha ricordato le vittime trevigiane e ha richiamato le guerre di oggi: “78 anni fa Treviso, oggi Bucha, Mariupol… È quasi impossibile da accettare che ci sia in Europa ancora quel grido, quel pianto. Quel rimbombo di passi di morte. Questo immenso sgomento che ci attanaglia, che quasi non riusciamo più a sostenere. E torniamo a riconsiderare, con lucida sobrietà, che nel mondo quel grido e quel pianto non hanno mai cessato di levarsi, da una parte all’altra di questa nostra fragile casa comune, che ovunque e in molti modi la speranza ha continuato ad essere bombardata, ferita”.
“A noi oggi – ha aggiunto il Vescovo – è chiesta solidarietà, accoglienza, sostegno a ogni via di pace nella giustizia e nella verità. A noi è chiesto l’artigianato della pace, che significa anche accettare fatica e disagio se fosse necessario per accelerare la fine della guerra. A noi è chiesto di credere contro ogni evidenza che la malvagità umana – che non è svanita dalla storia – è in realtà sconfitta dal dono di sé del Figlio del Dio vivente sulla croce. È lì con lui che dobbiamo stare, nel grido che assume su di sé anche l’angoscia della sconfitta, forza contro i violenti, contro ogni violenza. Solo da lì la storia può assumere un significato, perché è da lì che regna il Signore del tempo e della storia, e attraverso quel passaggio ci chiede di andare verso la risurrezione e la vita. Questo significa, oggi, osservare la sua Parola e non vedere la morte in eterno. Essa ritorna, certo, ma è già sconfitta, sul legno della croce, non avrà l’ultima parola: senza questa fede ogni speranza è vana, e si può rispondere a morte solamente con altra morte. A noi è chiesta la fede incrollabile nella forza della preghiera”.