Si è tenuto giovedì 6 giugno l’ultimo incontro della scuola di preghiera per giovani “Lampada ai miei passi è la tua Parola”, una serata carica di spiritualità e riflessione che si è svolta, come al solito, in cattedrale a Treviso. La serata è stata guidata dal Vescovo Michele che ha riflettuto insieme ai giovani sul tema “Lo Spirito santo prega in noi”, con particolare riferimento alla lettera di San Paolo ai Romani (Rm 8, 26-39).
“Oggi abbiamo letto un brano estratto da una delle lettere di Paolo – ha affermato durante la Lectio il Vescovo -. Le sue lettere sono testi indirizzati a comunità cristiane in Asia minore e in Grecia, spesso fondate da lui, o a suoi amici, collaboratori nell’annuncio del Vangelo, ma possiamo dire che sono scritte anche per noi. Ci sono toni differenti, e spesso appassionati, nelle lettere di Paolo. Quando scrive la lettera ai Romani, Paolo non è mai stato a Roma, ma ha già progettato di visitarla. All’inizio della lettera egli esprime chiaramente questo suo desiderio: «Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati o, meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io» (Rom 1, 9-12). Paolo di Tarso era un uomo appassionato della presenza di Dio nella storia e nella vita di Israele, era zelante riguardo alla purezza della fede, ed era pronto a impegnarsi anche praticando forza e violenza per difenderla. Paolo, tuttavia, dopo l’incontro con il Risorto cambia radicalmente la sua vita: da persecutore è divenuto costruttore della comunità cristiana, tanto da orientare tutto il suo impegno e ogni sua energia all’annuncio del Vangelo. Egli mette davvero Dio al centro assoluto della sua vita e vuole comunicare a tutti che ha incontrato il Messia, che Dio Padre ha portato a compimento tutte le promesse fatte al suo popolo. Ha incontrato Cristo, Paolo, e vuole condurre tutti allo stesso incontro. Arde di questo desiderio e non c’è nulla che sia troppo faticoso o doloroso per lui da affrontare per raggiungere questo scopo. San Paolo qui ci offre la sua esperienza: noi non sappiamo neppure come pregare come si conviene, è lo Spirito in noi che «intercede con gemiti inesprimibili» e Dio Padre accoglie questi gemiti, questa invocazione non espressa con parole. Paolo si sente attraversato, sente che la sua vita è tutta accolta dal dialogo eterno tra il Padre e il Figlio, opera dello Spirito santo. Nella sua esperienza mistica, Paolo ha udito parole «indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare» (Cor 12, 4)”.
“Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno” dice Paolo: “Una frase che sarebbe davvero difficile ripetere, se io non la trovassi scritta nelle sacre Scritture – ha evidenziato il Vescovo -. Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio. Tutto. Lui dice a noi, oggi, che c’è una possibilità di bene in ogni situazione della vita, per chi ama Dio”.
“Noi – ha sottolineato il Vescovo – sentiamo nel cuore mille voci, mille proposte, mille desideri e mille paure. Sentiamo di voler fare qualcosa di bello e di grande, ma ci ritroviamo spesso a seguire progetti piccoli, a volte anche sbagliati. Ciascuno di noi sente dentro di sé parole che vorrebbe seguire. Paolo ci dice: «Io sono convinto nel più profondo della mia vita che tutto questo sia possibile. Ho incontrato davvero il Signore Gesù. Lui, vivo, mi ha parlato. Lui non mi lascia più da solo»”. Il Vescovo ha quindi sottolineato l’importanza di riconoscere e accogliere la presenza dello Spirito Santo nella vita quotidiana: “E’ una guida silenziosa che ci sostiene nelle nostre debolezze e ci aiuta a pregare quando le parole ci mancano”, così anche noi saremo “stravincitori”(come dice Paolo, inventando una parola nuova),“perché amati da Cristo, mai più soli”.
Al termine della serata, mons. Tomasi ha salutato i presenti con parole di gratitudine, esprimendo la speranza di rivedersi l’anno prossimo, per pregare ancora insieme. L’incontro si è concluso nel salone del vescovado, dove i giovani hanno vissuto un momento di gioia e convivialità, tra loro e con il Vescovo.
(Elena Merotto – tratto dalla Vita del popolo del 16 giugno 2024)