Resi noti lo stemma e il motto del vescovo Michele

E’ stato reso noto oggi, mercoledì 11 settembre, lo stemma episcopale scelto da mons. Michele Tomasi, che sabato 14 settembre viene consacrato vescovo nel duomo di Bressanone. Ecco la spiegazione:
Il campo dello scudo è in azzurro, simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio. Il giorno dell’ordinazione episcopale di mons. Tomasi è il 14 settembre, Festa dell’Esaltazione della Santa Croce; per questo egli ha voluto che tale simbolo, identificativo della nostra fede, campeggiasse in posizione prioritaria all’interno dello scudo. La croce è in oro, simbolo della Fede, attraverso la quale possiamo comprendere la forza salvifica della redenzione che da essa promana.
I tre monti di colore argenteo alla base della croce, oltre che ricordare le Dolomiti che coronano le terre d’origine di mons. Tomasi, richiamano anche i tre monti associati alla vicenda terrena di Gesù: il monte della Trasfigurazione, il Golgota e il monte degli Ulivi, luogo dell’Ascensione.
Dalla base della croce scaturisce una sorgente d’acqua, elemento che spesso ricorre nella Sacra Scrittura: l’acqua che sgorga dalla roccia (Nm 20,11) e nasce dalla Nuova Gerusalemme (Ez 47,1-12; Ap 22,1-2) ricorda quella che, mista a sangue, zampilla dal costato di Cristo crocifisso, già dai Padri interpretata come allusione ai sacramenti, specialmente al Battesimo.
A destra rispetto alla croce troviamo un gonfalone, elemento che appare frequentemente nell’iconografia di san Liberale, patrono della Diocesi trevigiana; al lato opposto il petaso, il bordone e il pane ricordano il beato Enrico da Bolzano che, di ritorno dal pellegrinaggio a Roma, stabilì la sua dimora a Treviso, dove era solito condividere il pane con i più poveri; il beato Enrico è anche patrono di Bolzano, città natale di mons. Tomasi.
In palo è posizionata una croce astile “trifogliata” con cinque gemme rosse, sormontata dal cappello prelatizio (galero), con cordoni a dodici fiocchi, pendenti, sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1,2,3), il tutto di colore verde, specifico per i vescovi.
Il motto è ispirato al Vangelo di Matteo, laddove l’evangelista riporta le parole di Gesù nell’impartire agli apostoli i fondamenti della loro missione terrena, esortandoli a prodigarsi per i fratelli più bisognosi; un insegnamento racchiuso nello specifico versetto: “Gratuitamente avete avuto, gratuitamente date” (Mt 10,8).