Pubblichiamo la lettera che i direttori degli uffici diocesani Liturgico e per l’Ecumenismo hanno inviato ai parroci, ai vicari parrocchiali, ai rettori di chiese e santuari, ai superiori religiosi della diocesi di Treviso, con alcune Indicazioni per l’accesso ai sacramenti dei rifugiati greco-cattolici e ortodossi ucraini in questo tempo.
Molte nostre parrocchie ospitano direttamente o nel loro territorio i profughi ucraini. Si tratta per la stragrande maggioranza di cristiano greco-cattolici appartenenti alla Chiesa Greco-cattolica Ucraina o ortodossi appartenenti alla Chiesa Ortodossa Autocefala di Kiev o alla Chiesa Ortodossa Ucraina appartenete al Patriarcato di Mosca. Tutti questi fratelli e sorelle nella fede (anche i greco-cattolici) quest’anno celebreranno la Resurrezione del Signore domenica 24 aprile; seguono infatti il calendario giuliano. Sembra pertanto opportuno ricordare alcune attenzioni da avere per consentire a chi volesse di celebrare la Pasqua.
- I fedeli greco-cattolici, essendo cattolici, sono in piena comunione con il Papa e pertanto hanno il diritto (se lo richiedono) di ricevere i sacramenti come i nostri fedeli. Tuttavia, oltre alla difficoltà della lingua (es. per il sacramento della Riconciliazione), va considerato che le norme previste dal loro Rito per accostarsi ai sacramenti sono diverse da quelle prescritte per i fedeli latini (es. obbligo del digiuno dalla mezzanotte, penitenza prima di accostarsi alla Comunione, ecc…). Non si tratta di impedimenti, ma di rispettare il più possibile la loro disciplina e sensibilità. È bene anche segnalare che la Comunità greco- cattolica ucraina della nostra Diocesi si riunisce tutte le domeniche alle 9.00 presso la chiesa di S. Stefano (in p.zza Vittoria) a Treviso.
- I fedeli ortodossi di qualunque Chiesa, non essendo in piena comunione con la Chiesa cattolica non possono ricevere i sacramenti dai ministri cattolici se non a determinate condizioni. Per questa ragione nel caso volessero celebrare la Pasqua è opportuno:
- indicare loro la parrocchia ortodossa più vicina. La barriera linguistica potrebbe essere di ostacolo, essendo la maggior parte delle parrocchie ortodosse in diocesi romene. Per arginare il problema sono stati presi dei contatti con la parrocchia ortodossa moldava ospitata nella chiesa di S. Agostino a Treviso (vespero e possibilità di confessioni ogni sabato alle 18 e Divina liturgia ogni domenica mattina alle 9.30) il cui parroco (p. Giovanni) parla russo. Non è però detto che i fedeli vogliano partecipare in quanto la parrocchia moldava giuridicamente appartiene al Patriarcato di Mosca.
- Tuttavia «in circostanze eccezionali e in casi singoli», come l’impossibilità di accedere ad un ministro ortodosso, è «legittimo per un ministro cattolico amministrare i sacramenti dell’Eucaristia, Penitenza e Unzione degli infermi ai fedeli orientali non cattolici» alle seguenti condizioni: «(1) la richiesta spontanea del sacramento, (2) la buona disposizione personale, (3) il grave bisogno spirituale» (CEI, Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche, n. 4). Tuttavia «anche in tali casi bisogna prestare attenzione alla disciplina delle Chiese orientali per i loro fedeli ed evitare ogni proselitismo, anche solo apparente» (PCUC, Direttorio ecumenico, n. 125). Pertanto si raccomanda estrema prudenza e per chiarimenti e suggerimenti si consulti il Delegato per l’Ecumenismo.Nella speranza che queste indicazioni aiutino la Comunità ad entrare con più consapevolezza nel Mistero della Passione-Morte-Resurrezione del Cristo integrando nella liturgia il vissuto di tanti fratelli e sorelle cristiani, giungano a tutti l’augurio di una buona Settimana Santa.Don Luca Pertile – Delegato per l’Ecumenismo
Sorella Monica Marighetto – Direttore Ufficio Liturgico