Ringrazio di cuore per la lettera scritta dai nostri Vescovi del Veneto agli onorevoli Deputati e Senatori, tra il mese di ottobre e novembre di quest’anno.
Una preoccupazione da padri a sostegno delle tante scuole paritarie che continuano con impegno ad offrire un servizio serio e competente a tante famiglie del territorio. La scuola è un luogo prezioso dove continuare con arte e intelligenza il difficile e prezioso compito dell’educazione, non solo per il raggiungimento di competenze pratiche, ma per la formazione ben più importante della persona.
Abbiamo bisogno di bravi professionisti e di ottimi cittadini per il futuro della nostra società, che sappiano vivere la speranza di Dio nel loro cuore. Per questo le nostre scuole scendono in campo ogni giorno.
Non posso nascondere, a questo proposito,il disagio ogni qual volta la politica del nostro paese a parole afferma il principio della parità scolastica e poi nei fatti ci rende mendicanti, ogni anno, per ottenere risorse che ci spettano di diritto per il principio della parità scolastica a noi richiesta e mai concessa fino in fondo.
Mi sembra che nelle segrete stanze dei palazzi romani ci si debba confrontare con posizioni ancora fortemente ideologiche e oggi non ancora superate anche nella cultura di molte persone che vorrebbero una scuola solo “statale”. No! Il pubblico è di tutti e se non lo capiamo non costruiremo una società partecipata e davvero ricca ed espressione di tutte le forze sociali del nostro bel paese. Si vuole una scuola paritaria piccola e che non dia troppo fastidio, forse? Una scuola non 2.0, ma ancora con i gessi, anzi ingessata, dal momento che le risorse faticano sempre ad arrivare, pur spendendole sempre con una convenienza maggiore rispetto alla gestione statale.
Vorrei pensare a tutta la scuola (statale e paritaria) come ad un bene comune, come ci ricordano anche i nostri Vescovi, dove le competenze e le visioni del mondo possano confrontarsi, senza sentirsi, per questo, figli di un Dio minore. Forse è il tempo giusto per fare un salto culturale nel nostro paese, come già avviene in tutta Europa e forse è giunto il tempo di una politica più coraggiosa e meno schierata.
Spero che la voce dei nostri Vescovi e pastori sia ascoltata e spero di cuore che questo non diventi “L’ultimo Appello”.