COLLEZIONI ETNOGRAFICHE “Don Grossa”
Don Dino Grossa, prete della diocesi di Treviso a metà degli anni ’50 del secolo scorso partì per una Missione tra le popolazioni indi del Sud America. Il suo soggiorno durò circa vent’anni, anni che lo videro attento osservatore e fine antropologo di quei popoli. Durante il periodo trascorso in Venezuela, Don Grossa, oltre a collezionare innumerevoli oggetti, scrisse anche appunti e riflessioni, una parte dei quali è contenuta nella bozza di un libro che, a causa della sua morte, non fu mai pubblicata.
L’intento del suo libro era quello di far conoscere all’Occidente l’eccezionalità dei reperti, delle foto, delle esperienze vissute in quelle terre lontane e tra quelle popolazioni culturalmente molto distanti.
All’interno del complesso del Seminario Vescovile di Treviso una sezione museale è dedicata alla sorprendente raccolta di carattere etno-antropologico appartenente alle tribù con cui Don Grossa entrò in contatto. Vi si trovano manufatti di uso quotidiano, strumenti musicali, strumenti per la caccia, tessuti, ornamenti, allucinogeni e veleni. In particolare, sono esposti utensili di uso quotidiano delle tribù amazzoniche dei Piaroa, Makiritare, Panare, Warao e Motilon, per lo più costruiti con ossa di animali locali come il paca e il tapiro.
Tra gli oggetti raccolti spiccano in particolare le frecce e le faretre, le collane, i portaoggetti di varie dimensioni, e gli strumenti musicali a fiato.
Ricca di reperti e varia nella tipologia degli oggetti, la Collezione “Don Grossa”presenta delle caratteristiche che le forniscono unicità e straordinarietà all’interno del panorama museale sia nazionale che internazionale.
Il museo non è aperto al pubblico, è visitabile da singoli studiosi previo accordo con il conservatore.
Ecco un video realizzato da un ragazzo delle medie con alcune curiosità sul museo Grossa.