La Comunità Giovanile è riuscita anche quest’anno a vivere l’Itineranza, tradizione che non è stata fermata neanche dalla pandemia.
L’Itineranza è un cammino sia fisico che spirituale, sulle orme di un santo il quale, per motivi legati alla situazione italiana e per rispettare il più possibile le precauzioni anti-contagio, è stato deciso essere San Liberale, patrono della nostra diocesi di Treviso.
Il 20 febbraio, a quasi un anno esatto dalle prime chiusure a causa del Covid-19, la Comunità Giovanile è partita da Portegrandi (VE) con destinazione il duomo di Treviso. Abbiamo seguito per lo più la Restera, strada che costeggia il Sile.
La notte tra il 20 e 21 febbraio l’abbiamo passata a Lughignano. Domenica siamo ripartiti e arrivati a Fiera, dove ci hanno ospitati e abbiamo pranzato. Il pomeriggio siamo arrivati tra gli sguardi indiscreti della gente in cattedrale, nella cripta, dove abbiamo avuto la possibilità di celebrare la messa con il vescovo Michele e chiedere, davanti ai resti mortali del santo, una grazia. Lunedì, dopo aver passato la notte in seminario, abbiamo vissuto il ritiro nei luoghi nei pressi della cattedrale, per poi concludere con la Santa Messa, presieduta dal nostro rettore don Giuliano. A Musestre, prima tappa del nostro viaggio, abbiamo avuto l’opportunità di approfondire anche i santi Teonisto, Tabra e Tabrata, ai quali è dedicato l’altare dietro all’abside principale della cattedrale di Treviso. Abbiamo scoperto come siano stati tre martiri, che hanno girato a piedi portando il Vangelo in tutta Europa e sembra, dalle fonti, che siano stati poi martirizzati dagli Ariani proprio a Musestre.
Durante questi giorni di cammino siamo stati accompagnati e abbiamo approfondito molto la figura di San Liberale. Abbiamo scoperto come, fin dalla giovinezza, dopo aver abbandonato le armi, abbia speso la sua vita da laico, nel difendere il credo cristiano dall’eresia ariana, la quale credeva che Gesù fosse una creatura come le altre e non vero Dio. San Liberale, forte dell’amicizia con il vescovo Eliodoro e armato delle armi della fede, andava ad annunciare il vero Vangelo alle piccole comunità vicino nei pressi di Treviso. Come lo stesso vescovo emerito di Treviso Paolo Magnani ci suggeriva, San Liberale deve diventare uno spunto, un esempio di vita che noi giovani dobbiamo seguire. Dobbiamo infatti aspirare a diventare, con “parole e opere”, promulgatori della fede in Cristo nelle nostre parrocchie e negli ambienti che frequentiamo, con lo stesso carisma di San Liberale.
Sameuele Simeoni
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