“La Costituzione ci porta al cuore della democrazia: fonda la Repubblica sul lavoro, non sul voto”. Lo ha spiegato Filippo Pizzolato, giurista dell’Università di Padova e della Cattolica di Milano, intervenendo alla Settimana sociale sul tema “Partecipazione, cittadinanza e istituzioni: per una democrazia trasformativa”. “Al cuore della democrazia – ha ripreso il docente – c’è la partecipazione quotidiana dei cittadini alla costruzione della società”.
Pizzolato parla di “cittadinanza costituzionale” che “va oltre il voto” e non si limita agli aspetti istituzionali. “Si fonda sulla convivenza civile”, coinvolgendo anche chi non vota: i giovani, gli stranieri – esemplifica –, che pure hanno un ruolo rilevante nel nostro Paese. E parla di un “popolo sovrano concreto, plurale. La democrazia si nutre di prassi, di tessitura feriale della convivenza”. La “Costituzione è garanzia della sovranità del popolo”. Non manca un inciso sul “fascismo, di fatto escluso dal patto costituzionale”.
Un capitolo a sé è dedicato alle riforme istituzionali. “Si sta andando nella direzione sbagliata, con una accentuazione della delega, con la verticalizzazione dei rapporti. E così dove vanno a finire la partecipazione dal basso” e il protagonismo dei cittadini? Pizzolato contesta anche il fatto che si parli di riforme costituzionali “dividendo in due la Carta, scindendo la prima parte, quella dei principi, dalla seconda parte”, venendo meno la coerenza tra principi a organizzazione istituzionale.
Il giurista aggiunge una nota sul fatto che “in democrazia è vitale anche la dimensione conflittuale della partecipazione”: e chiarisce il concetto citando, come esempi, l’impegno dei giovani per la difesa dell’ambiente e quello per la pace. Segue un affondo sull’Unione europea prima della conclusione, segnalando come “la partecipazione popolare è essenziale perché assegna alla democrazia una capacità rigenerativa”. Oggi più necessaria che mai.