Si apre davanti a noi il quarto anno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, che ci vedrà coinvolti nella fase profetica. Dopo la fase narrativa, dedicata all’ascolto delle persone, delle comunità e dei territori, e la fase sapienziale, in cui abbiamo letto quanto è emerso dall’ascolto, cercando di discernere ciò che lo Spirito ci stava dicendo, si tratta ora di concretizzare i possibili orientamenti intravisti in scelte e percorsi che possano realizzarli. Come ha rilevato il vescovo Michele, nel recente incontro congiunto del Consiglio Pastorale diocesano e del Consiglio Presbiterale, “il percorso è complesso perché si intersecano tanti livelli: quello delle comunità, quello diocesano, quello della Chiesa che è in Italia e quello della Chiesa universale”. La lettura sapienziale dei frutti dell’ascolto, infatti, ha portato a identificare delle questioni sulle quali dovrà decidere la Chiesa universale, perché sono attinenti alla sua natura e struttura (ad esempio, alcuni criteri teologici e canonistici riguardo ai ministeri, oppure alcuni aspetti del ministero del Vescovo), altre che coinvolgono la Chiesa che è in Italia, e altre ancora che interessano singole diocesi; ci sono, infine, le questioni emerse ed affrontate nelle diverse comunità (parrocchie, collaborazioni, aggregazioni…).
Ognuno di questi livelli è chiamato a individuare orientamenti e ad intraprendere passi concreti, restando in ascolto dello Spirito, ma anche camminando insieme con gli altri. La sinodalità, il camminare insieme, infatti, non è solo il tema del Sinodo, ma la sua modalità di realizzazione. Come ha affermato mons. Castellucci, presidente del Comitato del Cammino sinodale, all’assemblea dei Vescovi dello scorso maggio, “in questo triennio di Cammino abbiamo cercato insieme di evitare il rischio della progressiva contrazione dei soggetti ecclesiali: abbiamo, cioè, proposto che tutte e tre le fasi si svolgano nell’ascolto dello Spirito attraverso tutti i soggetti: popolo di Dio nella sua interezza, teologi e magistero. […] In ciascuna fase intervengono, con diverse modalità, tutti e tre i soggetti della Tradizione [cf. Dei Verbum 8], ponendosi in ascolto reciproco, a partire dal comune ascolto dello Spirito”. “Per questo, anche la fase profetica è stata pensata come co-spirazione dell’intero popolo di Dio, nelle sue diverse componenti”, ha continuato mons. Castellucci. “Il magistero del Papa e dei Vescovi ha dato avvio al Cammino sinodale, ponendo all’attenzione di tutti alcune domande […] e seguendo passo dopo passo i lavori. I teologi e gli esperti sono intervenuti sia nel biennio narrativo, mescolati a tutti gli altri, ma anche con eventi specifici, […] sia nell’anno sapienziale. […] E tutti coloro che hanno scelto di dare un contributo nelle varie fasi, hanno potuto farlo: a partire dagli operatori pastorali delle nostre comunità. Vorremmo che anche la fase decisionale fosse frutto di questa co-spirazione”.
Per questo la fase profetica vedrà la celebrazione di due Assemblee sinodali nazionali (dal 15 al 17 novembre 2024 e dal 31 marzo al 4 aprile 2025), alle quali parteciperà, oltre ai Vescovi, un’ampia rappresentanza di laici, presbiteri, diaconi e consacrati. Si tratterà di due eventi all’interno del cui arco temporale l’intero popolo di Dio, nelle Chiese locali, verrà invitato a esprimersi. Nella nostra diocesi saranno coinvolti, in particolare, i due organismi consultivi: il Consiglio Presbiterale e il Consiglio Pastorale diocesano. Come ha osservato mons. Tomasi rivolgendosi ai due Consigli in riunione congiunta, “è una sfida molto bella, da vivere nell’ascolto dello Spirito”. (Marialuisa Furlan)
Articolo tratto dal numero della “Vita del popolo” del 15 settembre 2024