Presentato ai sacerdoti e agli operatori pastorali, con il Centro di ascolto e il sito internet dedicato

Tutela minori e persone vulnerabili: la chiesa di Treviso avvia il Servizio diocesano

Giovedì 2 dicembre la diocesi di Treviso ha ufficialmente presentato e avviato il “Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”. Al mattino, la presentazione ai sacerdoti, durante il loro incontro di aggiornamento, e alla sera la presentazione aperta a tutti, soprattutto a quanti nelle parrocchie hanno responsabilità educative o svolgono nei gruppi e nelle associazioni servizi che hanno a che fare con bambini e ragazzi: catechisti, educatori, capi scout, responsabili degli oratori, dei gruppi sportivi.

“Affrontiamo oggi una tematica che sta al cuore della vita della Chiesa” ha detto il Vescovo nel suo intervento, ricordando i passaggi dei Vangeli in cui Gesù si dimostra attento alla vita, alla salute, all’integrità dei fanciulli, dei piccoli, dei più deboli e fragili.

“Se oggi come Chiesa cattolica siamo chiamati ad affrontare in maniera decisa questo aspetto è anche perché siamo di fronte alla dolorosa presa d’atto di non avere saputo rispondere in maniera coerente a questa chiamata del Signore. Quello che riguarda tante comunità ecclesiali nel mondo riguarda anche noi, quello che tocca la vita e le ferite di tante persone colpite nel profondo della propria dignità, della propria umanità e identità non può lasciarci indifferenti. Noi siamo responsabili delle condizioni di vita e di accoglienza delle comunità cristiane e delle istituzioni ecclesiali, affinché esse possano favorire davvero un ambiente sicuro, adatto allo sviluppo in pienezza di ogni persona – ha aggiunto mons. Tomasi -. Dobbiamo assumere come compito la capacità di stabilire relazioni interpersonali sane, gratuite, libere, rispettose in profondità dell’inviolabile dignità di ogni persona, soprattutto di chi si affida a noi senza avere strumenti di difesa e di tutela. Quella difesa e quella tutela devono essere la Chiesa stessa, i suoi ministri, i suoi operatori, tutti i suoi fedeli” ha ricordato il Vescovo citando anche alcune delle attenzioni emerse al recente convegno sui 30 della Carta di Treviso.

Un sito dedicato

Il Vescovo, ringraziando l’équipe di lavoro, ha ricordato che “insieme potremo incamminarci e stimolare il passo di tutta la Diocesi verso un ascolto sempre più attento e concreto delle situazioni di disagio e di sofferenza e verso la realizzazione di condizioni sempre più accoglienti per tutti, secondo il mandato di papa Francesco”. Mons. Tomasi ha poi lanciato il sito diocesano dedicato al Servizio (https://tutelaminori.diocesitv.it/), dove è possibile trovare documenti e contatti.

Il servizio in Italia e a Treviso

Tutte le 226 diocesi italiane hanno costituito il proprio servizio diocesano, alcune hanno un centro d’ascolto, sulla spinta degli interventi prima di papa Benedetto XVI e poi di papa Francesco, che sul tema hanno promosso una sensibilizzazione e delle scelte importanti sia per promuovere un’adeguata cultura sia per prevenire possibili situazioni non corrette nell’ambito delle realtà ecclesiali. Il contrasto agli abusi e la tutela dei minori e delle persone vulnerabili è un percorso cresciuto nel tempo, ed è stato intrapreso con convinzione dalla Chiesa italiana che si è dotata di strumenti normativi e operativi, mettendo in campo negli ultimi due anni un grande lavoro formativo grazie alla disponibilità di laici, sacerdoti, religiosi e religiose che sappiano andare incontro al dolore delle vittime accogliendole con competenza e delicatezza, perché, come ha detto papa Francesco, “il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore”.

A Treviso, prima il vescovo Gardin e poi il vescovo Tomasi hanno lavorato per far partire il Servizio diocesano, in un primo tempo affidato alla responsabilità di don Donato Pavone e poi, dopo la nomina di don Pavone a vicario per il clero, alla dottoressa Lucia Boranga.

Servizio e Centro di ascolto

“Il Servizio diocesano tutela minori e persone vulnerabili offre ascolto, consulenza e formazione – spiega la responsabile, Lucia Boranga, psicopedagogista, consulente e formatrice -. Esso offre sostegno alle vittime e ai testimoni di abuso in un Centro di ascolto specificatamente dedicato, che è la modalità concreta con cui la Chiesa di Treviso assume un atteggiamento responsabile e solidale nei confronti delle persone che dovessero subire o che hanno subito un abuso all’interno della comunità ecclesiale. Il Servizio offre, poi, consulenza a istituzioni, organizzazioni e associazioni diocesane sulle tematiche. Offre, infine, formazione a sacerdoti, diaconi, religiosi, insegnanti, catechisti, educatori, animatori, allenatori, volontari e operatori pastorali sui valori fondanti e sulle buone prassi educative necessarie alla tutela dell’integrità dei minori. Una comunità è educante se è guidata dalla consapevolezza della preziosità delle giovani vite ad essa affidate e della delicatezza del ruolo assunto. Un’autentica volontà di prevenzione di ogni forma di abuso si sviluppa in un contesto educativo formato, ossia capace di accompagnare i minori, consapevole dei loro diritti, in ascolto dei loro bisogni, a sostegno delle loro potenzialità”.

“Con il Centro di ascolto, che esprime l’attenzione e la cura della comunità ecclesiale, mettiamo le persone al primo posto – spiega la responsabile, la dottoressa Nadia Battajon, medico neonatologa -. Lo facciamo incontrandole, ascoltandole, dando loro credito, mettendoci a loro disposizione, condividendone il dolore. Le vittime hanno bisogno di essere ascoltate, prese sul serio e credute. Le persone che hanno la possibilità di raccontare e condividere la propria storia hanno già intrapreso la strada della guarigione”.

L’analisi dell’esperto

Un aspetto importante, quello dell’ascolto, che è stato messo in luce negli incontri diocesani del 2 dicembre da don Gottfried Ugolini, sacerdote e psicologo della diocesi di Bolzano – Bressanone, referente per le Chiese del Triveneto del “Servizio regionale di tutela per i minori e le persone vulnerabili”, da dieci anni impegnato su questo fronte, in particolare nell’ascolto delle vittime. Don Gottfried ha presentato una panoramica sul tema, a partire dai luoghi dell’abuso (l’ambiente famigliare, i social media, le realtà socio-educative e sportive e quelle ecclesiali) e dalle figure degli abusanti e delle vittime, mettendo in luce come gli abusi siano di vario genere (di potere, di coscienza, spirituale e sessuale) e siano possibili anche grazie a un contesto poco attento e poco formato sui temi della tutela e dei diritti. “Ogni abuso sessuale, che può svilupparsi a diversi livelli, dalle espressioni verbali inappropriate, alle molestie, fino all’atto di violenza, è sempre un abuso di potere, di relazione e di fiducia. Tocca la persona nella sua totalità, nella sua dignità, nella sua identità e integrità” ha ricordato don Gottfried, che ha illustrato alcuni atteggiamenti e scelte pastorali per promuovere una cultura di responsabilità e tutela, lavorando alla formazione degli operatori pastorali e dei volontari delle parrocchie, lavorando in rete, dentro e fuori l’ambiente ecclesiale, valorizzando professionalità, individuando fattori di rischio e di protezione, curando regole di comportamento e di selezione del personale, attuando le Linee guida volute dalla Cei nel 2019.

L’equipe è composta da:

Roberto Baruzzo, psicologo psicoterapeuta

Adriano e Margherita Bordignon, esperti di pastorale familiare

don Fabio Franchetto, cancelliere vescovile

Lucia Gottardello, giornalista

Valter Meneghetti, medico

Francesco Pedoja, giudice

sorella Mariachiara Vighesso, psicologa e psicoterapeuta

(Comunicato stampa – diocesi di Treviso)