Duecento catechisti si sono dati appuntamento a Paderno presso gli Istituti Filippin per il tradizionale week-end di spiritualità, dedicato quest’anno alla Pentecoste. L’incontro conclude il percorso di approfondimento sul triduo pasquale, iniziato tre anni fa a Crespano, un appuntamento tradizionale e atteso dai catechisti diocesani, che ha visto quest’anno raddoppiare il numero delle presenze. Segno di una disponibilità crescente da parte dei catechisti alla propria formazione spirituale, segno anche di un interesse per lo Spirito Santo, troppo spesso lasciato in ombra dalla nostra sensibilità occidentale.
Non carburante ma relazione e presenza. Don Michele Marcato guida i catechisti alla lettura dell’ottavo capitolo della lettera ai Romani; sottolinea l’importanza di riconoscere la novità di vita che ci è donata con il Battesimo, contro la tentazione di considerare lo Spirito come una sorta di “carburante” fornito durante i sacramenti. Lo Spirito è una nuova relazione con Dio, “un passaggio di proprietà che ci porta sotto la signoria dello Spirito”; agisce nella mente e nel cuore e il suo frutto è la comunione tra i cristiani e la conformazione al suo pensiero. Per i catechisti è evidente il richiamo a quella “mentalità di fede” di cui parla il Documento Base, finalità e compito di chi fa catechesi a nome della Chiesa.
Ripetere o inventare strade nuove? Il vescovo mons. Gianfranco Agostino Gardin accompagna i catechisti a scorgere la presenza dello Spirito nella vita ecclesiale delle prime comunità. Se la chiesa di Gerusalemme custodisce l’autentica esperienza di Chiesa, la comunità di Antiochia apre al cristianesimo nuove forme di evangelizzazione. Occorre vigilare, sottolinea il vescovo, contro la tentazione di creare comunità chiuse, preoccupate solamente di mantenere intatte le proprie tradizioni. Non basta “un cuor solo e un’anima sola: Antiochia presenta un altro stile, un’identità che non sempre Gerusalemme riesce a vivere. E’ la difficile strada dell’inculturazione.” Una strada che comporta nuovi linguaggi e nuovi percorsi, contro la ristretta mentalità di chi nella chiesa di ieri e di oggi si lascia guidare dal principio del “si è sempre fatto così”.
Per riscoprire il sacramento della Confermazione. E all’urgenza del servizio pastorale ci riconduce l’intervento di Don Gerardo Giacometti, direttore dell’Ufficio Catechistico; “Il sacramento della Confermazione è il crocevia di numerose problematiche che non sono state del tutto risolte. Queste difficoltà non devono però impedirci di cogliere la ricchezza del sacramento che la chiesa ha inteso custodire”. Dalla prospettiva storica, biblica e teologica don Gerardo guida i catechisti alla comprensione delle varie parti del rito, secondo il principio della lex orandi, lex credendi: mentre si prega e si celebra si professa la fede e se ne manifesta il disegno.