Una parrocchia racconta…

Condividiamo una breve narrazione del percorso intrapreso in una parrocchia della nostra Diocesi in collaborazione con l’équipe per il settore Catechesi e Disabilità dell’Ufficio Catechistico Diocesano.

 

PREPARAZIONE DEL PROGETTO.

L’esperienza ha avuto inizio a seguito della richiesta inviata dal parroco all’indirizzo di posta elettronica catechistico.disabili@diocesitreviso.it per chiedere consiglio in merito ad alcune situazioni di disabilità da inserire nel Catechismo parrocchiale, nonostante i genitori non ne avessero ancora fatto richiesta.

Fin da subito è intercorsa una telefonata tra noi referenti dell’équipe ed il parroco, a seguito della quale si è provveduto ad individuare due catechiste che potessero seguire il progetto, di cui una titolare e l’altra a supporto. Durante il primo confronto online abbiamo avuto modo di conoscere le catechiste ed il parroco e, in quell’occasione, siamo venuti a conoscenza delle due situazioni per le quali eravamo stati contattati. I genitori si sono dimostrati fin da subito molto contenti della richiesta del parroco, ma uno dei due per motivi di salute preferiva non frequentare il catechismo. Si è cercato allora d’ipotizzare il tipo di aiuto che potessimo offrire alla famiglia interessata a far frequentare il catechismo a loro figlio a fronte della sua particolare situazione, fissando un nuovo appuntamento per definire nel dettaglio la programmazione.

Il secondo incontro si è tenuto alla presenza del parroco, delle due catechiste e di noi referenti dell’équipe, di cui una fortunatamente abitante vicino alla parrocchia in questione. In quell’occasione abbiamo presentato il supporto concreto che potevamo offrire per quanto riguardava l’esperienza pregressa, la supervisione iniziale, l’affiancamento nella predisposizione dei materiali e nell’approccio alla famiglia. Inoltre si è definito quanto la parrocchia doveva mettere in campo, come ad esempio la scelta della catechista di supporto, la preparazione dei materiali, la disponibilità a mettersi in gioco e di modificare il proprio programma per favorire l’inclusione del bambino disabile, oltre a stabilire un rapporto stretto con la sua famiglia.

Il terzo incontro ha visto la partecipazione anche della famiglia. Si è condiviso a quel punto il percorso pensato per il bambino ed il tipo di collaborazione richiesto alla stessa. Dopo aver incontrato il bambino, abbiamo potuto acquisire degli ulteriori elementi conoscitivi grazie alla collaborazione della madre, fondamentali per il successo dell’esperienza di Catechesi.

 

NARRAZIONE DELL’ESPERIENZA.

Dopo i due incontri con Zoom sono state preparate, su richiesta delle catechiste, delle schede relative alla parabola del Figliol Prodigo in preparazione alla Prima Confessione. Una volta aver compreso come si poteva fare, le catechiste hanno provveduto a preparare il restante materiale in completa autonomia. I giorni successivi ci è stato chiesto di poter incontrare il bambino solo con la mamma al fine di presentare loro il progetto idealizzato e poter capire le possibilità del ragazzino. L’incontro è stato tenuto dalla catechista referente e, in quell’occasione, sono state valutate le capacità del bimbo nel mettersi in gioco e sostenere la situazione. La catechista è riuscita a coinvolgerlo dall’inizio fino alla fine dell’esperienza, chiedendo anche la collaborazione della madre per realizzare delle schede a casa insieme al fratellino che frequenta la stessa classe del bambino.

A seguito dell’incontro è stato chiesto a noi dell’équipe di dare dei suggerimenti su come realizzare al meglio le attività. A tal proposito, abbiamo consigliato di lavorare con materiale programmato a seconda dei diversi incontri e di conservare il tutto per una verifica successiva che sarebbe servita sia per verificare la memorizzazione dei concetti sia come aiuto per una programmazione successiva a seconda del risultato finale e degli errori commessi. Abbiamo inoltre suggerito come modificare l’assetto dell’aula per favorire l’integrazione del bambino nel gruppo classe.

Sempre a seguito della loro richiesta, un giorno abbiamo incontrato il bimbo in chiesa in compagnia di tutti gli altri bambini. Tenendoci volutamente in disparte in qualità di osservatori esterni, alla fine siamo rimasti piacevolmente colpiti dal fatto che il bimbo fosse nel gruppo con tutti i suoi compagni; la mamma, pur essendo presente, si era tenuta in disparte con la catechista dietro al gruppo dei bambini, pronte ad intervenire qualora ci fosse stato bisogno di loro anche se la madre ha sempre lasciato intervenire la catechista. Anche in quest’occasione abbiamo avuto modo di constatare che si tratta di un ragazzino capace di rispettare i tempi e di mantenere una buona attenzione, oltre ad attuare un buon rispetto delle regole. Sempre rimanendo a disposizione della catechista referente, ci sono stati richiesti degli ulteriori suggerimenti per poter andare avanti con la preparazione della Prima Confessione del bambino.

 

LA PROSPETTIVA FUTURA.

Il parroco ci ha contattati per prospettare una nuova richiesta di aiuto per un bambino che deve avviarsi al cammino di Catechesi; nel frattempo sta individuando una nuova figura di riferimento che si affianchi alla catechista di questo bimbo.

Le catechiste che un po’ alla volta si stanno individuando per sostenere questi bambini nei loro percorsi formativi stanno acquisendo competenze in merito e, grazie anche al nostro supporto, potranno essere in futuro delle figure di riferimento in parrocchia per la Catechesi rivolta alle persone disabili.