“Longhin ha tradotto nella vita liturgica della diocesi i principi fondamentali del Movimento liturgico, che poi sono confluiti nella Costituzione conciliare Sacrosantum Concilium, documento che ha segnato veramente il rinnovamento della Chiesa”: con queste parole si è espresso il card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nel suo intervento alla presentazione, martedì 26 marzo, del libro di mons. Lucio Bonora “La liturgia agli albori del XX secolo. L’opera pastorale del beato A.G. Longhin, vescovo di Treviso (1904-1936)”. L’opera, edita dal Centro Liturgico Vincenziano è stata presentata a Roma al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo.
Mons. Bonora, officiale della Segreteria di Stato Vaticana, ha aggiunto così un nuovo prezioso contributo alla conoscenza e alla valorizzazione dell’episcopato del beato vescovo di Treviso.
Il cardinale Parolin ha evidenziato l’importanza di rilanciare anche oggi una partecipazione piena e consapevole alla liturgia. Ai primi del Novecento il Movimento liturgico era in pieno fermento in Europa: le idee e iniziative che lo caratterizzarono penetrarono, sebbene più lentamente, anche in Italia. Qui il dibattito si concentrò sul legame tra liturgia e vita cristiana con il duplice obiettivo di “portare la liturgia al popolo e il popolo alla liturgia” e favorire così il contrasto dei mali della società. A Treviso è il vescovo Longhin a farsi promotore di un vivace dibattito. Le istanze del rinnovamento liturgico lo portano a formulare un’articolata proposta per restituire dignità, significato e quindi centralità alla liturgia. Conoscere i testi e penetrarne i significati mistici, incoraggiare la partecipazione alla liturgia, centrare la vita della Chiesa sull’eucarestia, incoraggiare la dimensione della musica sacra e del silenzio. Questi alcuni dei principi al centro dell’opera del pastore che ai suoi sacerdoti raccomandava precisione e disciplina per non snaturare l’azione liturgica svuotandola di significato e privandola del contenuto misterico, rivelazione di Dio all’umanità.