Venerdì 22 maggio il vescovo Michele, nella chiesa Immacolata del Seminario, ha presieduto la Celebrazione eucaristica con l’istituzione dei ministeri di lettore e di accolito per la nostra diocesi.
Amos Patarini, di 24 anni, seminarista al 4° anno di Teologia, originario della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore in San Donà di Piave e attualmente in servizio a Paese è diventato lettore. Attraverso la meditazione frequente e appassionata della Parola è chiamato a proclamarla anzitutto nelle celebrazioni eucaristiche e ancor più a testimoniarla con la sua vita.
Fabio Toscan, 33 anni, al 5° anno di Teologia, originario di Padernello e ora in servizio nella parrocchia di Caerano San Marco, ha ricevuto il ministero di accolito che implica un avvicinamento ulteriore all’altare, e soprattutto l’invio a dare la Comunione perché, facendosi strumento del dono di Cristo, plasmi la sua stessa vita nella logica del dono ai fratelli.
Un momento molto bello, condiviso con le famiglie dei due giovani e con la famiglia del Seminario, presenti con le mascherine e nel rispetto delle necessarie distanze.
Il Vescovo, nell’omelia, ha messo in luce il momento importante che i due giovani stanno vivendo, tappa nel loro cammino verso il presbiterato. “Ma questo avviene per mezzo di una configurazione al servizio al Signore e alla Chiesa che assumete da laici, in condivisione con tanti altri battezzati nelle nostre comunità, lettori, lettrici, ministri della comunione” ha sottolineato mons. Tomasi. Un cammino, quello verso il presbiterato, che non è “un percorso separato, magari un po’ di élite”, ma che i giovani vivono in una “immersione nel popolo di Dio, assumendone i servizi e la responsabilità”, in una dimensione di prossimità. “Prossimità nella vita “in atto”. Gesù ha incontrato i suoi primi discepoli sulle rive del lago di Galilea, mentre erano intenti al loro lavoro. Non li ha incontrati a un convegno, o a un seminario di formazione, o al tempio. Da sempre, l’annuncio di salvezza di Gesù raggiunge le persone lì dove sono e così come sono, nelle loro vite in atto” ha sottolineato il Vescovo, citando il Messaggio di papa Francesco del 21 maggio alle Pontificie Opere Missionarie.
Mons. Tomasi ha insistito con forza sul fatto che l’iniziativa è del Signore Risorto: è Lui che chiama, nella realtà concreta di oggi, dei giovani a seguirlo per mettersi a servizio della Chiesa. “«In questa città io ho un popolo numeroso» dice il Signore in sogno a Paolo. Noi non dobbiamo costruire o fare la Chiesa – ha sottolineato il Vescovo -. Noi dobbiamo amare Lui, amando il popolo che Lui ha scelto, che Lui costituisce, che Lui amerà per sempre”.
Ed ecco il “Sì” dei due giovani, che desiderano fare della loro vita un dono al Signore e alla sua Chiesa. Una vita “eucaristica”, che si fa rendimento di grazie, e “generativa”, capace di donare e di gustare vita e gioia anche grazie ai momenti di sofferenza, come quella delle doglie del parto per una donna. Quella gioia che trova “fondamento nel suo sguardo di Risorto («Io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia»), non nella nostra capacità di vederlo o di riconoscerlo”.
“Anche se il giorno della gioia in pienezza è riservato al futuro, il nostro tempo gode di una presenza di gioia – ha ricordato il Vescovo -. La comunità dei credenti è in cammino nella storia, nella lode del Padre, nella sequela dell’amore di Cristo e del suo dono totale di sé, nella realizzazione del comandamento di amare come lui ha amato, guidati dallo Spirito di verità”. E’ dal Padre che riceviamo i doni di grazia, fonte della vera gioia – ha concluso mons. Tomasi -. Parola ed Eucaristia: ecco il dono ed il compito, per voi e per tutta la Chiesa”.
Il primo “sì” è di