“Un pane per amor di Dio”: per una Quaresima di condivisione con i nostri missionari

Inizia con il mercoledì delle Ceneri la tradizionale colletta “Un pane per amor di Dio”, che caratterizza ogni anno la Quaresima di fraternità. Da questo segno di condivisione, solidarietà e partecipazione viene di fatto il sostegno principale ai nostri missionari e missionarie fidei donum (e non solo) nel loro servizio al Vangelo e ai poveri in altre Chiese.
La colletta è un’iniziativa della nostra Chiesa diocesana, unisce tutte le comunità e i singoli credenti in un gesto di fede e di carità e sostiene le iniziative dei nostri missionari in Paraguay, in Brasile o in Ciad. Tutti i progetti, ma anche le iniziative e il sostegno alla vita ordinaria della missione, fanno conto proprio sulle collette che come diocesi sosteniamo nei tempi forti.
A volte sembra più “efficace” passare attraverso singoli micro-progetti, le parrocchie cercano il contatto diretto e personale con il singolo missionario, ma la colletta di Quaresima, come anche quella di Avvento, vuole, invece, superare rischi di personalismi o particolarismi, e ricollocare dentro una dimensione ecclesiale anche la nostra generosità.
Da parte di chi dona chiede il coraggio di fidarsi e di sentirsi parte di una Chiesa che condivide non solo la dimensione materiale, ma anche il cammino di fede, la prospettiva comune di evangelizzare e lasciarsi evangelizzare. Certo, questo chiede che, oltre al donare, ci sia, poi, anche l’incontro, l’ascolto, il dialogo con le altre Chiese sorelle. Da parte di chi riceve chiede di individuare gli interventi più necessari e sostenibili per la vita di quella Chiesa, interventi sostenuti non solo dalla creatività e disponibilità del missionario, ma di una Chiesa locale che individua le proprie urgenze ed esigenze su cui lei per prima, come comunità credente, si mette in gioco. In entrambi i casi apre alla solidarietà e cooperazione tra Chiese.
Quest’anno, la locandina richiama il testo di Marco, che pone la domanda ai suoi discepoli: “Quanti pani avete?” (Mc 8,5). Una domanda che segue l’incontro della donna la cui figlia è posseduta dallo spirito immondo. E’ la donna che alla provocazione “non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”, viene, invece, elogiata da Gesù per la risposta chiara e decisa: “Anche i cagnolini mangiano le briciole!”. Il testo segue anche l’episodio della guarigione del sordomuto, con l’invito ad “aprirsi”, e a comunicare correttamente. In fondo ci ricorda che alla domanda: “Quanti pane avete?” rispondono coloro che hanno fatto prima esperienza di guarigione, e ora sono disposti, nel “mettersi alla ricerca del pane”, ad annunciare, testimoniare un dono più grande, un dono da condividere. Alla domanda rispondono coralmente i discepoli: “Sette!”, è la “pienezza”, la totalità di quanto serve alla moltitudine, a tutti. E’ un dono. Non è Pietro ad avere sette pani, neppure Giacomo, né Giovanni… I pani stanno nelle mani “di tutti”; è insieme, e insieme a Gesù, che “non manca nulla!”. E’ insieme, in un dono condiviso, che tutti possono mangiare in abbondanza e nutrire la nostra fede che diventa sequela di Gesù.
Per unirci alla solidarietà della nostra Chiesa diocesana, con le Chiese sorelle in cui sono presenti i nostri missionari, possiamo anche ricorrere all’Iban di Banca Etica intestato al Centro missionario diocesano: IT61K0501812000000011423993 causale colletta “Un pane per amor di Dio 2024”. (don Gianfranco Pegoraro, direttore del Centro missionario diocesano)

Articolo in uscita nel numero della “Vita del popolo” del 18 febbraio

Locandina in allegato