L’ospedale San Giacomo di Castelfranco ha accolto venerdì 19 maggio il secondo convegno italiano dei Tavoli per la prevenzione del suicidio, sul tema del dialogo e del pregiudizio. Il dott. Stefano Sanzovo, del Dipartimento di salute mentale dell’Ulss2, la dottoressa Elisa Michielin, coordinatrice del Tavolo di Treviso e il dottor Luigi Colusso, hanno presentato e accompagnato lo svolgimento dei lavori, che hanno messo in scena dinamiche potenti e rivelato, insieme ai problemi drammatici che pone il suicidio, anche le risorse e le speranze che la collaborazione tra tante realtà diverse riesce a incrementare. Presenti tutte le istituzioni pubbliche, a cominciare dall’Azienda sanitaria, con Prefettura, Provincia, Scuola, Forze dell’ordine, Regione con la referente della V Commissione, Conferenza dei sindaci, Ordini degli psicologi e delle assistenti sociali, Psichiatria, Tavoli di Trento e di Bolzano, servizio InOltre della Regione, con il suo numero gratuito – 800334343 – per tutte le urgenze legate a pensieri e gesti suicidari, Advar, con il suo servizio “Rimanere insieme”.
Nel solo 2022 in provincia di Treviso ci sono stati 71 suicidi e 60 tentativi scongiurati, come ha ricordato il prefetto Sidoti, richiamando anche il tema della violenza giovanile e degli incidenti stradali per guida pericolosa.
Il vescovo di Treviso, Michele Tomasi, ha ringraziato il dott. Colusso per l’organizzazione di questo secondo incontro, dopo quello dello scorso anno a Trento, e ha salutato i delegati di Trento e di Bolzano – Bressanone, ringraziandoli “per il lavoro comune che allarga i nostri confini e ci fa essere collaboratori nella solidarietà”. Il Vescovo, confermando la piena collaborazione e coinvolgimento della Diocesi nel percorso del Tavolo trevigiano, ha ringraziato i sacerdoti e le cooperatrici pastorali presenti, per l’attenzione e per il tessuto di relazioni che sviluppano, anche sul tema della prevenzione dei suicidi. “Siamo tutti figli dell’aggrovigliata trama dell’umana esperienza – ha detto mons. Tomasi, citando il filosofo Ernst Cassirer -. Dobbiamo tessere un tessuto bello, colorato, magari imperfetto, ma solido, di relazioni e di aiuto, per generare la sovrabbondanza di bene di cui c’è bisogno, per poter aiutare le persone sole, in difficoltà, ad apprezzare la vita come un dono e a continuare l’esistenza insieme”.
Tutti quelli che avrebbero potuto essere saluti istituzionali, si sono manifestati come forti sentimenti di solidarietà e di condivisione, di coinvolgimento concreto nella ricerca di comprensione dei problemi e di soluzioni adeguate e collaborative.
I video, registrati per l’occasione, dei prof. Pompili, Turchi e Romaniello hanno introdotto il tema dello stigma e del pregiudizio che fanno barriera alla prevenzione del suicidio.
La giovane Camilla Velotta ha portato i dati di una ricerca su trentamila giovani (“Chiedimi come sto”), un quadro accurato e a volte sorprendente, dove insieme con diversi aspetti critici emergono le caratteristiche positive e le richieste rivolte al mondo degli adulti; il prof. Ivo Lizzola, dell’università di Bergamo, ha incorniciato questo quadro in una lettura acuta e competente che ha catturato i presenti e ha indicato le possibili strade da percorrere insieme, a partire dalla comunità, anche sfidandosi e uscendo dal proprio guscio, insieme con l’importanza di sentirsi affidati, di sentirsi “di qualcuno”, di non essere soli quando pesa il “dolore morale”. E così la domanda “Come stai?” non dice tanto che voglio sapere qualcosa di te, ma che ti cerco. “Nessuno si libera da solo dalla sofferenza e dai pensieri suicidari – ha sottolineato Colusso – le persone si liberano nella comunità”.
Il pomeriggio ha visto tutti al lavoro in quattro gruppi diversi, dedicati alla scuola, alla spiritualità, alla comunicazione, a quel che resta ai sopravvissuti, alla possibilità di farne narrazione e prevenzione.
Ammirazione e apprezzamento per i giovani piemontesi di “Tuttoannodato”: nel gruppo dedicato alla comunicazione, con la loro esperienza entusiasmante hanno rassicurato tutti: i giovani molto prima di essere problema sono risorsa, energia, fondata speranza per il futuro.
La restituzione in plenaria dei quattro affollati lavori di gruppo è riuscita a saturare la sala di positività, di spunti di lavoro, di soddisfazione per la quantità e qualità di esperienze, di competenze e anche di sentimenti, di emozioni che si è riusciti a condividere. Una ricchezza che ha visto i partecipanti lasciare la sala tra sorrisi, saluti a abbracci e con la certezza che nessuno resterà solo a fronteggiare le sfide che pone la vita quotidiana.
Riferimenti utili gratuiti:
InOltre, 800334343 h24, 7 giorni su 7, per minaccia di suicidio e suicidio;
Rete di Malachia tutti i giorni 8 – 20 per i sopravvissuti a una morte violenta.
Articolo tratto dalla Vita del popolo del 28 maggio 2023