Un vescovo con la “pastorale nel sangue”: mons. Tomasi ricorda Magnani

Un Vescovo con la “pastorale nel sangue”. Così si era definito mons. Paolo Magnani il 2 gennaio 2017, nell’omelia tenuta nella chiesa di Sant’Agnese a Treviso, in occasione del suo 90° compleanno, nella celebrazione in cui veniva festeggiato, a nome di tutta la Diocesi ,da padre Gianfranco Agostino Gardin e dalla comunità parrocchiale riunita.
Mi aveva colpito questa espressione, quando due anni fa ho avuto la gioia di scrivere alcune righe di introduzione al volume di suoi scritti dal titolo “I frutti della vecchiaia”, nel settantesimo della sua Ordinazione presbiterale.
Vi avevo ritrovato, e vi ritrovo ancora – assieme a una venatura della sua intelligente arguzia -, anche la consapevolezza da parte sua di una passione e di un motivo di vita.
Avere la “pastorale nel sangue” significa, infatti, essere appassionatamente a servizio dell’annuncio del Vangelo e della vita secondo la Parola di Dio, in tutte le sue manifestazioni. Il vescovo Paolo ha vissuto questo servizio poiché aveva trovato come unificatore “il filo conduttore della vocazione sacerdotale ed episcopale”. E’ storia di vocazione e anche di doni e talenti. Di attenzione alle persone e alle loro vite, di acutezza nelle valutazioni, di ampiezza di disegno complessivo, di guida e di governo. Questa passione sosteneva ed era a sua volta aiutata dalla memoria solida, e per me davvero ammirevole, con cui ricordava persone, nomi, volti, situazioni: mai che nei nostri incontri fosse mancato un accenno a qualche aspetto dell’attualità ecclesiale, o un riferimento alla situazione per la quale ci eravamo incontrati.
Ma “avere la pastorale nel sangue” significa anche trarre vita dal proprio servizio alla Chiesa, riceverne sostanza, calore, respiro, trovare in esso il fondamento dell’esistenza. Sempre in quella bella omelia il vescovo Magnani, infatti, aveva proseguito: “Del resto il sangue di un vescovo non può che essere un sangue pastorale a somiglianza del Sangue di Gesù Cristo Buon Pastore, proteso a pensare, a pregare, a lavorare e a dare il tutto della propria vita per trasmettere la fede per amore di Gesù Cristo: «In Persona Christi», come ho stampato nel mio stemma”. In ventisei anni di ministero episcopale, a Lodi e Treviso, e in vent’anni da Vescovo emerito, mons. Magnani ha vissuto questa passione, ed è stato sostenuto da questa ragion d’essere.
Ha vissuto con gioia e gratitudine la beatificazione del predecessore vescovo Andrea Giacinto Longhin.
E’ stato guida autorevole e forte, ha incrementato e consolidato la vita delle parrocchie, con la visita pastorale e con la celebrazione del XIV Sinodo della Diocesi di Treviso, consegnando, nell’anno del grande Giubileo del 2000, il mandato per vivere la parrocchia come “centro di vita spirituale per la missione”. In modi molto differenti da allora, e nelle forme che il nostro cammino sinodale saprà farci trovare, si tratta di un programma ancora attuale ed esigente: curare cioè tutta la nostra vita come un evento di incontro e di relazione con Dio e con tutti gli uomini, come un’avventura donata dallo Spirito, per annunciare con le parole, e soprattutto con i fatti, l’amore del Padre che tutto rinnova in Cristo Signore, il Crocifisso Risorto. Dalla relazione con il Signore scaturisce ogni incarico, ogni compito, ogni forma di missione cui la Chiesa sa di essere inviata.
Dobbiamo molto al vescovo Paolo. E’ stato importante per molti sacerdoti, per quelli che ha ordinato e per tutti coloro per i quali è stato presenza rilevante.
Io gli debbo la grata riconoscenza della sua presenza sempre attenta, sempre discreta, sempre paterna e fraterna al tempo stesso. E’ stato una delle persone che mi hanno fatto sentire a casa fin dal mio arrivo in Diocesi.
Ricorderò sempre il suo sorriso ampio e gioioso quando nelle celebrazioni diocesane importanti, alle quali sempre ha partecipato, scendevo dal presbiterio per raggiungerlo e per condividere con lui il segno della pace. Era l’abbraccio carico di affetto che mi rincuorava sempre.
Lo affidiamo all’incontro con il Padre e con il Cristo che sempre ha amato e servito, nella gratitudine per quanto ci ha saputo donare.
† Michele Tomasi, vescovo