“Che dire di Lourdes? Non è facile raccontare quello che è successo lì. Lourdes è un posto magico, possiamo descriverlo come il nostro mondo al contrario, dove il malato, il più debole e in difficoltà viene messo al centro di tutto e di tutti. Sono partita con l’Unitalsi e credo sia la cosa più bella che io abbia potuto fare l’estate 2018. Lì ho conosciuto moltissime persone con le loro storie. Solo ricordarle, mi fa emozionare… Non sono più quella che ero quando sono partita, sono cambiata, e lì mi sono messa in gioco al 100%, conoscendo e scoprendo nuove parti di me. E’ stata un’esperienza straordinaria. Ora mi rendo conto di quante amicizie ho, una grande famiglia… Insomma, Lourdes mi ha aperto gli occhi, ma, soprattutto, il cuore. Ringrazio tutte le persone che mi hanno permesso di vivere questa grandiosa esperienza”. (Maria)
“Ho 20 anni e vengo dalla parrocchia di Zianigo. Cinque anni fa il mio parroco, don Ruggero Gallo, mi da dato l’opportunità di partecipare al pellegrinaggio a Lourdes. Grazie a questo viaggio, ho avuto l’occasione di conoscere la grande famiglia dell’Unitalsi. Dal primo anno mi sono sentito in mezzo a tanti “amici” e i disabili mi hanno trasmesso tanta gioia e forza nell’affrontare le mie difficoltà. Penso che questa esperienza la dovrebbero provare tutti i giovani e ragazzi, almeno una volta nella vita, perché ci aiuta a maturare, a capire quanto siamo fortunati e ad avere la consapevolezza di vivere la vita in ogni sua bellezza. In ogni pellegrinaggio si porta a casa, sempre, qualcosa di nuovo, e se si ascolta bene dentro il cuore, si sente una voce che ti spinge a ripetere questa magnifica esperienza”. (Luca)
“In questa esperienza a Lourdes ho potuto apprezzare il valore delle amicizie, il significato nello stare al fianco di persone meno fortunate, ma con una forza e determinazione incredibile. Allo stesso modo, in questo pellegrinaggio, spero di aver dato un sorriso e una mano. Dare un aiuto significa star bene ed essere sereno. Grazie a Lourdes e alle persone che in quella settimana come me hanno dedicato del tempo, che non è affatto sprecato, ma che ci ha fatto capire ancora più da vicino il valore della vita e dello stare insieme, donando sorrisi, abbracci, lacrime, condivisione, simpatia”. (Dimax)
Mi sono chiesta più volte cosa significhi essere unitalsiano, o meglio cosa significa per me. Che cosa mi ha accompagnato in tutti questi anni per andare a Lourdes come volontaria? E’ stato, forse, vivere quei giorni fuori dagli schemi? E’ stato aprire il cuore davanti alla Nostra Signora? E’ stato farsi piccoli e non avere il coraggio di chiedere qualcosa per sé, ma anzi sperare che venga accolta la preghiera di colui che è accanto a me? E’ stato dedicarsi all’altro anche se non lo si conosce? Le fatiche sono state tante e continuano a esserci… Ma quando sono lì, davanti alla Grotta, quando sono in treno, quando sono in refettorio, la mia gioia è vedere che ci sei anche tu, grave e pieno di sofferenza, sei vicino a me e vivi con me quei giorni. Senza di te, amico in barella, il vagone “attrezzato” non sarebbe lo stesso. Tu fai la differenza, amico ammalato, e la Madonna ha voluto che io ti accompagnassi, in questo tuo, forse, ultimo viaggio. (Giorgia)